Wall Street boccia Trump e Musk, arriva il crollo annunciato

I sell a valanga - S&P 500 -2,7%, Nasdaq -3,8%, Tesla -15% - riflettono la sfiducia nelle politiche imprevedibili e nelle visioni destabilizzanti. L'azionario USA ha perso oltre 1.700 miliardi di dollari in un giorno, Trump non ha escluso una recessione entro l’anno. La sua politica economica e le guerre commerciali, basate sui dazi, ovviamente non funzionano. America incapace di garantire stabilità e crescita.

Il crollo delle azioni statunitensi ha subito un’accelerazione significativa lunedì, con l’indice S&P 500 che ha perso un ulteriore 2,7%, portando l’indice quasi il 9% al di sotto del massimo storico raggiunto il 19 febbraio, e il Nasdaq 100 che ha registrato un calo del 3,81%, segnando il peggior giorno dal settembre 2022. Nel settore delle megacap, Tesla, l’azienda di auto elettriche guidata da Elon Musk, è crollata del 15,43%, una delle perdite più significative tra le singole società. Il forte calo di Nvidia ha spinto un indicatore chiave del settore dei chipmaker verso i minimi da aprile. Anche il Dow Jones Industrial Average non è stato risparmiato, perdendo il 2,1%.

Complessivamente, il mercato azionario statunitense ha perso oltre 1.700 miliardi di dollari di valore dopo che il presidente Donald Trump non ha escluso la possibilità di una recessione entro l’anno. Questo clima di incertezza, alimentato dalle minacce tariffarie imprevedibili di Trump e dalle turbolenze legate a figure come Elon Musk, ha spinto gli investitori a cercare rifugio in asset più sicuri, evidenziando il fallimento del cosiddetto “trumpmuskismo”.

L’ansia persistente per le politiche economiche imprevedibili di Trump e le dichiarazioni controverse di Musk ha creato un clima di instabilità che Wall Street non può ignorare. Le perdite, che seguono due settimane di cali significativi, hanno portato l’S&P 500 e il Nasdaq 100 ai livelli più bassi da settembre. Anche i mercati asiatici hanno risentito del crollo, con il Nikkei 225 del Giappone e il TAIEX di Taiwan in calo di oltre il 2,5% e l’Hang Seng di Hong Kong che ha perso circa l’1,5%. Gli investitori, sempre più preoccupati per una possibile recessione, stanno riversando ingenti somme di denaro in fondi negoziati in borsa (ETF) a scadenza ultra-breve, che hanno già raccolto oltre 16 miliardi di dollari dall’inizio dell’anno. I rendimenti dei Treasury a due anni sono crollati, segnalando che i trader si aspettano un’imminente frenata dell’economia statunitense.

Ma qual è la causa principale di questo tracollo? L’incertezza, alimentata in gran parte dalle politiche imprevedibili di Donald Trump e dalle turbolenze legate a figure come Elon Musk, che sembrano aver contribuito a creare un clima di sfiducia tra gli investitori. Il cosiddetto “trumpmuskismo”, un mix di populismo economico e promesse visionarie, si sta rivelando un clamoroso flop agli occhi di Wall Street.

L’ansia persistente per le minacce tariffarie imprevedibili di Donald Trump ha spinto gli investitori a cercare rifugio in asset più sicuri. Il presidente degli Stati Uniti, con i suoi licenziamenti di massa di dipendenti federali—molti dei quali sono ancora oggetto di contenziosi legali—e la sua apparente ambivalenza riguardo alla possibilità di scatenare una recessione, ha contribuito a destabilizzare ulteriormente i mercati. Le sue azioni, spesso dettate da logiche politiche più che economiche, hanno creato un clima di instabilità che Wall Street non può ignorare. I mercati bocciano anche Elon Musk, con le sue dichiarazioni provocatorie e di estrema destra, ha aggiunto ulteriore incertezza, soprattutto nel settore tecnologico. Tesla, una delle sue aziende più iconiche, è stata tra le più colpite, con una perdita di valore di 800 miliardi di dollari dai massimi qualche mese fa.

Sono sempre più frequenti gli atti di vandalismo contro Tesla

Il trumpmuskismo – un mix di politiche protezionistiche e tagli allo stato federale – sta dimostrando di non essere all’altezza delle aspettative. Wall Street, con il suo pragmatismo, ha già emesso il suo verdetto: le promesse di Trump e Musk non sono sufficienti a garantire stabilità e crescita.

In questo contesto, gli investitori stanno cercando rifugi sicuri, riversando ingenti somme di denaro in fondi negoziati in borsa (ETF) a scadenza ultra-breve. Questa categoria ha già raccolto oltre 16 miliardi di dollari dall’inizio dell’anno, segnando un chiaro spostamento verso asset meno rischiosi. Anche i rendimenti dei Treasury a due anni, particolarmente sensibili alle politiche monetarie, sono crollati negli ultimi giorni, segnalando che i trader obbligazionari si aspettano un’imminente frenata dell’economia statunitense. Gli investitori scommettono ormai che la Federal Reserve sarà costretta a tagliare i tassi di interesse entro giugno, se non prima, per sostenere un’economia sempre più fragile.

In periodi di turbolenza come questo, gli investitori tendono a privilegiare asset meno volatili e a basso rischio, come le obbligazioni a breve scadenza. Questo spostamento di capitali riflette una mancanza di fiducia nelle politiche economiche attuali e nelle figure che le rappresentano. Il trumpmuskismo, insomma, si sta rivelando un fallimento anche a Wall Street, dopo l’euforia iniziale questo modello di leadership non va.

 

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