di Cosimo Risi - Con una lettera a von der Leyen, il presidente americano minaccia pesanti dazi e taglieggia l'Unione Europea, imponendo una trattativa a blocco unico. La sua politica internazionale, basata sull'ego e sulla spettacolarizzazione, si dimostra però distruttiva e inefficace ovunque. Non solo in economia ma anche sui fronti più caldi, dalla Russia al Medio Oriente.
di Cosimo Risi - La politica estera ridotta a comunicazione mediatica, in stile spot personalistico, annulla il ruolo degli enti intergovernativi e acuisce le crisi globali. Dall'Ucraina al Medio Oriente emerge il disordine, mentre l'approccio strategico lascia il posto all'improvvisazione umorale. Con conseguenze sempre più gravi.
di Giorgio Starace - Tweet, propaganda e personalismi hanno sostituito il confronto tra Stati. Mentre le cancellerie europee restano immobili e le guerre costituiscono anche ottimi pretesti per giustificare precari risultati in ambito economico, è la Cina a proporre una via negoziale. E Trump occupa tutti i possibili spazi per il dialogo.
di Luca Ciarrocca - La verità è che in America – e a cascata nelle capitali europee, Roma in testa – il dibattito su Israele non esiste. È un tabù. Trump paciere con l'Iran? Una messinscena.
di Cosimo Risi - Mentre Trump, Khamenei e Netanyahu si proclamano tutti vincitori, ci si chiede se la partita non sia finita in parità. Oppure se, realisticamente, il perdente si collochi altrove. Perde il popolo palestinese, riunito nella sofferenza fra Gaza e Cisgiordania.
di Cosimo Risi - Dopo il conflitto-lampo, Trump si proclama mediatore ma è Netanyahu a dettare l'agenda, sacrificando la diplomazia sull'altare del potere. Una tregua fragile che lascia il Medio Oriente e il mondo in un equilibrio ancora più precario.
Episodio n.5 del podcast di Luca Ciarrocca, 'Utopie e Distopie'. Il fallimento dell'attacco e l'esaurimento dei missili costringono Israele a un cessate il fuoco. Il capo dell'agenzia atomica ONU (AIEA) ha subito invitato Teheran a discutere una soluzione diplomatica. La proposta sul tavolo è un ritorno all'accordo del 2015, lo stesso che Trump aveva stracciato.
Mentre Trump, Netanyahu e Khamenei cantano vittoria, la realtà sul campo è un'altra. Il nucleare di Teheran accelera e l'unica verità sono le vittime innocenti, da Gaza all'Iran.
In una conferenza a Parigi, il principe in esilio rifiuta ogni ambizione monarchica e propone una leadership simbolica per un’uscita ordinata dal regime teocratico, puntando su unità nazionale, referendum e sostegno internazionale.
Israele e i suoi alleati neoconservatori negli Stati Uniti rischiano di incendiare il Medio Oriente e devastare l’economia globale.
Dopo Iraq e Afghanistan, l’Occidente è pronto a ripetere lo stesso errore — su scala peggiore. Perché è una guerra che né Tel Aviv né Washington possono vincere e che provocherà una feroce reazione.