Bce abbassa i tassi, Fed no. Lagarde e Powell divergono

Gli investitori valutano il fatto che la BCE, tagliando i tassi di 25 punti base al 2,75%, è a suo agio nel divergere dalla Federal Reserve in termini di politica monetaria. Una forma di resistenza da parte dell'Europa, soprattutto dopo le sparate di Trump che ha sferrato un attacco senza precedenti alla Banca centrale USA di Powell, dicendo: "Ha fallito, ci penserò io a far abbassare l'inflazione".

Come i mercati si aspettavano, la Banca Centrale Europea, guidata da Christine Lagarde, ha annuncito un ulteriore taglio dei tassi di interesse, il quinto da quando Eurotower ha iniziato ad allentare la politica monetaria della zona euro nel giugno dello scorso anno.

LEGGI LA NEWS: BCE taglia tassi di 25 punti base al 2,75%. Inflazione all’obiettivo nel corso dell’anno

I mercati, fondandosi sui futures, valutavano oltre il 90% di probabilità il taglio di 25 punti base. La decisione ha portato il tasso di deposito della BCE, il suo tasso chiave, al 2,75%. Ulteriori tagli dei tassi sono previsti durante l’anno, il che porterà il tasso di deposito al 2% entro la fine del 2025, se tutti i tagli si concretizzeranno.

Non ci sono motivi per cui la Banca Centrale Europea dovrebbe fermarsi con i tagli dei tassi a questo punto, afferma la maggior parte degli analisti. La BCE sta cercando di bilanciare una riaccelerazione dell’inflazione nell’area euro negli ultimi mesi con una crescita economica stagnante nella zona euro.

Alert inflazione

L’inflazione nell’area euro è aumentata per il terzo mese consecutivo al 2,4% a dicembre, dopo essere scesa sotto l’obiettivo del 2% della BCE diversi mesi prima. Un nuovo aumento dell’inflazione era atteso, poiché gli effetti base dei prezzi energetici più bassi svaniscono.

Una prima lettura del prodotto interno lordo dell’area euro per il quarto trimestre del 2024 sarà pubblicata giovedì, con economisti intervistati da Reuters che prevedono una crescita dello 0,1% rispetto al periodo precedente.

I mercati seguiranno da vicino la conferenza stampa post-annuncio della presidente della BCE Christine Lagarde, soprattutto per via dell’incertezza riguardante le politiche del nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

La Fed contro Trump: sicuramente farà salire l’inflazione

Gli investitori sono ansiosi di valutare quanto la BCE sia a suo agio nel divergere dalla Federal Reserve degli Stati Uniti, guidata da Jerome Powell, in termini di politica monetaria e potenziale allentamento. La Fed mercoledì ha mantenuto i tassi d’interesse invariati, in linea con le aspettative. In generale, i mercati prevedono meno tagli dei tassi dalla Fed rispetto alla BCE quest’anno.

La Fed non abbassa i tassi

Come atteso, ieri nessuna sorpresa dalla FED che – dopo tre tagli consecutivi – ha premuto il tasto “pausa” mantenendo invariato l’intervallo obiettivo per il tasso di interesse al 4,25%-4,5%.

Gli indicatori recenti suggeriscono che “l’attività economica ha continuato a espandersi a un ritmo sostenuto – si legge nello statement – Il tasso di disoccupazione si è stabilizzato a un livello basso negli ultimi mesi e le condizioni del mercato del lavoro rimangono solide. L’inflazione rimane piuttosto elevata”.

Il Federal Open Market Committee (FOMC) – il comitato che decide sulla politica monetaria – ritiene che i rischi per il raggiungimento dei suoi obiettivi di occupazione e inflazione siano “più o meno in equilibrio”. Le prospettive economiche sono “incerte” e il comitato è attento ai rischi per entrambe le parti del suo doppio mandato.

Tuttavia, il comitato si dice “pronto ad adeguare la posizione della politica monetaria come appropriato se emergessero rischi che potrebbero impedire il raggiungimento degli obiettivi”, con le valutazioni che terranno conto di un’ampia gamma di informazioni, tra cui letture sulle condizioni del mercato del lavoro, pressioni inflazionistiche e aspettative di inflazione, e sviluppi finanziari e internazionali.

“Il nuovo anno ha visto la Fed entrare in una “nuova fase” del proprio ciclo di allentamento monetario, con una crescita sostenuta e solidi dati relativi al mercato del lavoro che hanno permesso di adottare un approccio più paziente in un contesto di elevata incertezza di dati e politiche”, sottolinea Lindsay Rosner, head of multi sector fixed income investing di Goldman Sachs Asset Management precisando che si continua a ritenere “che il ciclo di allentamento della Fed non abbia fatto il suo corso, ma crediamo anche che il FOMC “vorrà vedere ulteriori miglioramenti nei dati sull’inflazione per poter effettuare il prossimo taglio dei tassi, come evidenziato dalla rimozione del riferimento ai progressi dell’inflazione”.

L’ira di Trump, pesante attacco a Powell

Non si fa attendere la reazione del presidente USA dalla Casa Bianca: “Visto che Jay Powell e la Fed hanno fallito nel fermare il problema che hanno creato con l’inflazione, lo farò io riducendo le regole, spingendo per la produzione energetica americana, riequilibrando gli scambi commerciali internazionali e rilanciando la manifattura statunitense”, scrive sul suo social Truth, criticando la banca centrale anche per il lavoro svolto nel regolamentare le banche. “E’ stato terribile”.

Non ci sono precedenti in questo campo, e cioè nessun presidente degli Stati Uniti si era mai sognato di intromettersi nel lavoro e responsabilità della Banca Centrale, nel fissare le linee guida della politica monetaria. Trump ha inveito contro la Fed di Powell, affermando: “Se la Fed avesse dedicato meno tempo a [diversità, equità e inclusione], all’ideologia di genere, all’energia ‘verde’ e al falso cambiamento climatico, l’inflazione non sarebbe mai stata un problema”.

 

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