Attacchi ai magistrati un diversivo. La realtà è che il PIL Italia frena, Spagna vola: falliscono le previsioni del governo Meloni

"Un danno per il Paese"? E' l'economia inchiodata nel quarto trimestre (dopo il terzo finito a 'zero'). La stima preliminare dell’Istat parla chiaro: il PIL italiano è cresciuto nel 2024 +0,5%, meno della metà di quanto previsto da Palazzo Chigi, che nell’ultima nota di aggiornamento al DEF stimava un più ottimistico +1%. La sfida meloniania "Se giudici vogliono governare, si candidino", un'arma di distrazione di massa?

L’economia italiana è ferma al palo, mentre la Spagna corre. Il PIL del nostro Paese è cresciuto di appena lo 0,5% nel 2024, un dato deludente che certifica il rallentamento iniziato nella seconda metà dell’anno scorso e che ha smentito clamorosamente le previsioni del governo.

La notizia passa quasi inosservata sui maggiori media italiani, occupati a dare spazio alla polemica, accesa di nuovo con enorme fragore della premier Giorgia Meloni contro la magistratura, per il caso del torturatore libico Almasri (leggi La sfida di Meloni: “Se i giudici vogliono governare, si candidino”).

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Secondo la stima preliminare dell’Istat, diffusa oggi, l’economia italiana è cresciuta meno della metà di quanto previsto dall’esecutivo di destra, che nell’ultima nota di aggiornamento al DEF stimava un più ottimistico +1%. Persino il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti aveva dovuto ridimensionare le aspettative a 0,7%, ma nemmeno questa previsione più prudente è stata rispettata.

Italia a rilento, la Spagna in volo: il confronto impietoso

Guardando al resto d’Europa, il divario diventa evidente. Italia e Germania sono gli ultimi della classe nell’Eurozona, mentre la Spagna continua la sua corsa con un PIL in crescita del 2,4% nel 2024. Anche la Francia, con un +0,9%, ha fatto meglio dell’Italia. La Germania, invece, segna il passo con una recessione per il secondo anno consecutivo, un freno che inevitabilmente pesa anche sulla nostra economia, soprattutto sul comparto industriale, che fatica a rialzarsi.

Il rallentamento italiano è evidente in tutti i principali settori economici: l’industria mostra qualche segnale di ripresa, ma troppo debole per trainare il PIL, mentre agricoltura e servizi sono in flessione. Senza una crescita solida, il Paese rischia di rimanere incastrato in una stagnazione prolungata, mentre altri partner europei stanno consolidando la loro ripresa post-pandemia.

Disoccupazione in aumento, giovani e donne sempre indietro

Sul fronte occupazionale, la situazione non è incoraggiante. A dicembre il tasso di disoccupazione è salito al 6,2%, un dato basso rispetto agli anni peggiori della crisi, ma comunque un segnale di difficoltà per il mercato del lavoro. L’occupazione, pur rimanendo stabile al 62,3%, continua a mostrare i soliti problemi strutturali: giovani e donne restano penalizzati, e le differenze tra Nord e Sud del Paese restano profonde.

Mentre l’Italia fatica a trovare una via di crescita solida e sostenibile, altri Paesi europei stanno sfruttando al meglio la ripresa economica globale. Il governo Meloni aveva promesso una crescita vigorosa, ma la realtà racconta una storia diversa: l’economia è ferma, l’occupazione stagnante, e il divario con i nostri vicini europei continua ad aumentare. Il rischio, senza interventi mirati, è quello di scivolare in una fase di stagnazione cronica, mentre gli altri corrono. E la sensazione è che la maggioranza di destra al governo faccia di tutto per distrarre gli italiani dai veri problemi del paese, sul fronte economico, sociale e della sanità pubblica. Con la strategia del complotto si governa un grande paese?

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