Francia, ospedali si preparano alla Terza Guerra Mondiale

Su ordine del ministro della Sanità Catherine Vautrin, tutto il sistema sanitario nazionale francese deve tenersi pronto ad accogliere migliaia di soldati e civili feriti in caso di conflitto armato generalizzato in Europa tra Russia e NATO. Piano di emergenza da varare entro il marzo 2026.

Parigi mette la sanità in stato d’allerta. Il ministero della Salute ha chiesto a ospedali e reti d’emergenza di prepararsi a un “impegno maggiore” entro marzo 2026, con l’obiettivo di poter trattare un afflusso di militari feriti provenienti non solo dalla Francia ma anche dai Paesi alleati della NATO. Lo rivelano documenti interni citati da Le Canard Enchaîné.

Su ordine di Catherine Vautrin, gli ospedali devono tenersi pronti ad accogliere migliaia di soldati feriti in caso di conflitto armato generalizzato in Europa. «Le Canard» ha messo le mani su documenti interni che chiedono alle agenzie sanitarie regionali di preparare gli operatori a un possibile «coinvolgimento su larga scala».

Nel piano, la Francia viene delineata come snodo sanitario per le evacuazioni dal campo di battaglia. Le strutture civili dovranno quindi essere in grado di assorbire “centinaia” di pazienti, integrando stabilmente le esigenze della difesa dentro il sistema sanitario pubblico. Il ministero definisce la misura come uno strumento per “anticipare, preparare e rispondere ai bisogni di salute della popolazione, integrando le necessità specifiche della difesa”.

Tra i rischi identificati c’è l’eventualità di un forte afflusso di feriti stranieri. Tradotto: gli ospedali civili dovranno poter accogliere e trattare pazienti militari, francesi e alleati, in tempi rapidi e con percorsi dedicati.

L’ipotesi operativa è quella di un’escalation nell’Est europeo. Se la Russia attaccasse un Paese dell’Alleanza — o la Francia stessa — scatterebbe l’Articolo 5 del Trattato NATO, che prevede la difesa collettiva. Uno scenario del genere trascinerebbe nel conflitto Stati Uniti, Regno Unito e gran parte d’Europa, trasformando una crisi regionale in uno scontro su scala continentale, con rischi da “terza guerra mondiale”.

Il cronoprogramma è serrato: nei prossimi mesi dovranno essere definiti posti letto, catene di triage, rotte di evacuazione, scorte e protocolli con le forze armate. Un segnale chiaro: nella nuova geografia della sicurezza europea, la sanità non è più solo retrovia, ma parte dell’infrastruttura di deterrenza.

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