Guerra tra Comunità ebraiche e Anpi. Roma, frasi contro le ong sulla Piramide Cestia: “Antisemite”

Sull'iniziativa, non rivendicata, indaga la Digos. Duro botta e risposta tra il rabbino di Roma Riccardo Di Segni - «l’Anpi non è più quella di un tempo» - e il presidente di Anpi Gianfranco Pagliarulo: «Non conosce la nostra storia». Gli ebrei di Milano non partecipano al Giorno della Memoria.

Nella notte, a Roma, sulla Piramide Cestia e sul Palazzo della Fao sono state proiettate delle scritte contro “ong antisraeliane”«Se Israele avesse bombardato i treni per Auschwitz vi sareste schierati con Hitler. Ipocrisia e antisemitismo sono le vostre bandiere. Buon Giorno della Memoria», è la frase rivolta contro alcune associazioni non governative come Amnesty che diventa “Amnnesy”, Emergency diventata “Hypocrisy”. La questione ha innescato una serie di polemiche e scontri tra Anpi e Comunità ebraiche, con un duro botta e risposta tra il rabbino di Roma Riccardo Di Segni e il presidente di Anpi Gianfranco Pagliarulo.

«Buon Giorno della Memoria», conclude il messaggio scritto su un gigantesco sfondo giallo, alludendo alla commemorazione dalle vittime della Shoah che ricorda il 27 gennaio 1945, giorno in cui l’esercito sovietico entrò nel campo di concentramento di Auschwitz, scoprendone e rivelandone al mondo l’orrore.

Nel mirino anche l’Anpi, Medici senza frontiere, la Croce Rossa internzionale. La notizia è stata diffusa da Progetto Dreyfuss, associazione no-profit che si batte contro l’antisemitismo. La Digos della Questura di Roma indaga per risalire agli autori delle frasi. Secondo quanto si apprende, le telecamere non riprenderebbero la zona dove è avvenuto il fatto.

“Se Israele avesse bombardato i treni per Auschwitz, vi saresti schierati con Hitler. Ipocrisia e antisemitismo le vostre bandiere. Buon giorno della memoria”. È questa la frase proiettata stanotte, alla vigilia del Giorno della Memoria, su alcuni monumenti della città, dalla piramide Cestia alla facciata del palazzo della Fao.

 

L’iniziativa, non rivendicata e su cui indaga la Digos, prende di mira alcune associazioni, il cui logo è stato collocato sul lato del video messaggio, storpiandone il nome: Anpi, Amnesty International, Croce Rossa, Medici senza frontiere ed Emergency.

Lo scopo dell’iniziativa, secondo quanto si legge sulla pagina sociale di Progetto Dreyfus, organizzazione no profit pro Israele e contro l’antisemitismo, è quello di “denunciare il doppio standard e l’ipocrisia di queste associazioni verso l’antisemitismo di oggi nei confronti del popolo ebraico e d’Israele”.

“Le campagne social di queste associazioni – si legge ancora – che da mesi, bombardano gli utenti raccogliendo fondi e sfruttando la pietà con accuse di genocidio e crisi umanitaria, indirizzando odio a senso unico verso Israele. Non nominano nemmeno per sbaglio gli ostaggi israeliani strappati alle loro famiglie, né chiedono di visitarli per accertarsi delle loro condizioni”.

Le reazioni

Anpi

“Il sonno della ragione, oltre ai mostri, genera anche alcuni imbecilli. Un vile e provocatorio delirio che si qualifica da sé essendo anonimo. Auspico che le autorità individuino al più presto gli autori. Mi spiace per loro, ma oggi è un Giorno della Memoria alla luce dell’unità e della responsabilità”. Lo afferma Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale Anpi.

Per la presidente provinciale Anpi Roma, Marina Pierlorenzi “Ci troviamo qui a Cracovia per la Giornata della Memoria insieme alle scuole romane. L’Anpi partecipa con grande emozione a questo viaggio che domani ci porterà ad Auschwitz-Birkenau. Trovo veramente scandaloso quello che è apparso sulla Piramide, una scritta infame che dileggia le associazioni che con noi non solo hanno grande rispetto del Giorno della Memoria che noi ci sforziamo di trasmettere nelle scuole e nel territorio attraverso un lavoro capillare. È veramente una cosa offensiva e grave aver detto quelle cose perché quello che è successo allora è un male assoluto e un unicum, non si possono fare paragoni con nessun accadimento odierno. Chi sporca questa memoria compie un atto veramente grave e devastante per la coscienza civile e democratica di noi tutti e del nostro paese”

Assessore alla Cultura

L’assessore alla Cultura Massimiliano Smeriglio, ha commentato: “Noi siamo qua, in Polonia, stiamo celebrando l’ottantesimo, sia ad Auschwitz sia a Cracovia, con i ragazzi e questa mattina siamo stati al ghetto. Per noi è importante mantenere un’agenda che è un’agenda positiva nel giorno della Memoria. Mi pare che le parole migliori le abbia espresse la presidente dell’Ucei Noemi Di Segni. Al di là di ogni considerazione, alimentare un circuito d’odio in una giornata particolarmente significativa per la Shoah, per le comunità ebraiche di tutto il mondo, non è il segnale migliore per ricordare quello che è successo 80 anni fa”.

Presidente Museo Shoah Roma

Dalla comunità ebraica invece a parlare è Mario Venezia, presidente Fondazione Museo della Shoah di Roma: “Oggi nel Giorno della Memoria sono apparse delle scritte su alcune mura di Roma che fanno un raffronto tra presente e passato, una forma di reazione a un lungo periodo di vessazioni e di slogan antisemiti, di attacchi a Israele che si sono manifestati addirittura il giorno dopo del fatidico 7 ottobre. È anche comprensibile questa forma di reazione a un isolamento che non si vuole subire”.

Assessore Scuola

Sulla polemica è entrata anche l’assessora alla Scuola Claudia Pratelli, anche lei a Cracovia per il Viaggio della Memoria: “Trovo molto inopportuno e del tutto non condivisibile accusare di antisemitismo chi si occupa di denunciare la violazione dei diritti umani, perché è un’altra cosa, non è antisemitismo. È denunciare la violazione dei diritti umani, fare interventi umanitari in emergenza, a sostegno delle popolazioni colpite dai conflitti. È un’altra cosa”. Per Pratelli “l’antisemitismo è un tema pericoloso e importante, tant’è che siamo qua, a Cracovia e Auschwitz, con 142 studentesse e studenti delle scuole di Roma, per tramandare e costruire consapevolezza e memoria e anche per acquisire strumenti per decodificare il presente e debellare dalla storia ogni forma di antisemitismo”.

Il rabbino capo di Roma Di Segni: “L’Anpi non è più quella di un tempo, alcuni combattono battaglie contro i loro principi”

 

 

Amnesty Italia: “Frasi su Piramide e Fao spregevoli, grave accusarci di antisemitismo”

«Tra i tanti usi indebiti del logo di Amnesty International questo è il più ignobile di tutti. L’antisemitismo è una violazione dei diritti umani grave e diffusa e accusare un’organizzazione per i diritti umani di violarli è ridicolo oltre che grave. In una giornata come questa dedicata alla memoria e al rispetto delle vittime e dei sopravvissuti alla Shoah, questa azione è veramente spregevole», ha detto Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, commentando i cartelli proiettati nella notte su una parete della Piramide e sul Palazzo della Fao.

La risposta dell’Anpi

«Il sonno della ragione, oltre ai mostri, genera anche alcuni imbecilli», risponde al messaggio Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale Anpi. «Un vile e provocatorio delirio che si qualifica da sé essendo anonimo. Auspico che le autorità individuino al più presto gli autori. Mi spiace per loro, ma oggi è un Giorno della Memoria alla luce dell’unità e della responsabilità».

Le parole del rabbino di Roma e la replica dell’Anpi

ll rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni ha appena deposto una corona di fiori insieme alla senatrice Liliana Segre sotto la targa che ricorda la razzia del ghetto del 16 ottobre del 1943. Accanto c’è il murale che raffigura proprio Liliana Segre e Sami Modiano con la divisa del lager e il giubbotto anti proiettile, che il Comune e la Fondazione Museo della Shoah hanno acquisito dopo gli atti vandalici che l’opera ha subito a Milano.

Giorno della memoria, Meloni: “Leggi razziali infami, il fascismo complice”. Segre: “Non temo le minacce”

Nel Giorno della memoria sono tante le iniziative e i commenti che arrivano da più parti, soprattutto dalla politica. La premier Giorgia Meloni ha rilasciato un messaggio in cui riconosce «le complicità del fascismo» all’abominio nazista della Shoah. Un passaggio non scontato per la leader di un partito che porta nel simbolo la fiamma tricolore del Movimento sociale, fondato nel ’46 dagli ex fascisti.

“L’Anpi non è quello di una volta”

Di Segni ha visitato la mostra sulla fine dei lager nazisti alla Casina dei Vallati insieme alla senatrice Segre e alla presidente dell’Ucei Noemi Di Segni. Fuori della sede della Fondazione Museo della Shoah, ha risposto alle domande dei giornalisti. In primo piano le polemiche con l’associazione dei partigiani. La comunità ebraica milanese ha disertato l’evento del 27 gennaio perché l’Anpi in questi mesi ha accusato Israele di genocidio a Gaza. Di Segni spiega: «L’Anpi di oggi non è più l’Anpi di un tempo. I partigiani di una volta sono molto pochi. Io sono figlio di un partigiano decorato, e ho avuto anch’io la tessera dell’Anpi. Ormai alcuni leader dell’Anpi si sono dimenticati gli scopi istituzionali e stanno facendo delle battaglie che li contraddicono, questo crea un problema».

Milano, polemiche tra l’Anpi e la comunità ebraica

Non si placa la polemica a distanza tra la comunità ebraica milanese guidata da Walker Meghnagi e l’Anpi cittadina di Primo Minelli, con la prima che ha scelto di non partecipare alle celebrazioni per il Giorno della Memoria che si tengono in Comune, a Milano, assieme agli studenti, come da tradizione. Le motivazioni sempre le stesse: l’uso da parte degli ex partigiani della parola “genocidio” per parlare del massacro a Gaza ad opera del governo israeliano di Benjamin Netaniahu. Una polemica alimentata già nel recente passato dalle destre a cui il presidente nazionale Anpi Pagliarulo ha sempre risposto nel merito.

«Noi soffriamo tutti i giorni per l’antisemitismo, quindi è inutile onorare una volta all’anno gli ebrei morti e non difendere gli ebrei vivi», aveva detto Meghnagi pochi giorni fa. E stamattina, a margine di alcuni eventi di commemorazione in città, Minelli e il vicepresidente della Comunità ebraica, Ilan Boni, non si sono risparmiati: “Molti ebrei sono qui – ha osservato Minelli a margine della commemorazione all’ex hotel Regina (che fu quartier generale delle Ss a Milano) – «Sono polemiche che non hanno senso perchè l’accusa che viene fatta all’Anpi di parlare di genocidio, paragonando a quello che c’è in giro per il mondo, non ha senso. E continuare con questa cosa vuol dire essere strumentali”.

Oggi, ha spiegato Minelli «è un giorno importante in cui ricordiamo la liberazione dei campi da questo luogo di Milano che fu luogo di torture, sofferenze e deportazioni. Da qui passarono ebrei e partigiani: dobbiamo fare tesoro perché ciò che è stato non accada mai più». Dal canto suo, Boni ha obiettato che «c’è il rischio che, se alla Shoah si danno altri significati, non si ricordano le vittime ma si offendono. Onorare le 6 milioni di vittime che non sono uscite dai campi di concentramento significa non modificare la narrativa», ha spiegato. Nei giorni scorsi, anche il figlio di Liliana Segre, l’avvocato milanese e già membro dell’Anpi Luciano Belli Paci, aveva aggettivato la decisione della comunità ebraica come “autolesionista”. Ma l’invito a non disertare non è servito.

L’attacco più duro di Boni, infatti, non si fa attendere e tira in ballo proprio Segre: «La senatrice oggi sente dalle piazze di Milano gli stessi insulti che si sentivano ai tempi del nazifascismo – ha aggiunto Boni -. Pensate come possa sentirsi lei che è una donna forte, ma questa forza purtroppo si sta affievolendo. E lo si capisce quando fa dichiarazioni come “mi sembra di avere vissuto invano», oppure «ho paura che della Shoah rimarrà una riga sui libri si storia”. È una cosa terribile». Minelli, che ha ribadito di non voler innescare nessuna ulteriore polemica con l’Anpi (ce n’era stata già una per il 25 aprile a causa dello slogan scelto per lo striscione del corteo della Liberazione «Cessate il fuoco ovunque»), «oggi si parla di Shoah e non di altro», ha anche puntato il dito contro i «continui attacchi ingenerosi all’Anpi: non è possibile che ogni volta che c’è un intervento istituzionale ce ne sia uno».

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