Licenziamenti di massa negli USA, 20 Stati fanno causa all’amministrazione Trump

La denuncia di venti US Attorney coalizzati apre un provvedimento giudiziario colossal contro le violazioni delle norme sul lavoro e punta al reintegro immediato degli impiegati licenziati. I tagli radicali decisi dal DOGE di Elon Musk aggravano la tensione politica e sociale in tutto il Paese.

In uno scenario reso già critico dai radicali tagli al personale federale decisi dal DOGE di Elon Musk, il miliardario non eletto divenuto ras con ampi poteri assegnatigli dall’amministrazione Trump, una coalizione di procuratori generali provenienti da 20 Stati americani ha presentato un ricorso giudiziario contro la stessa amministrazione. Gli Stati chiedono l’immediata reintegrazione di decine di migliaia di dipendenti federali recentemente licenziati senza preavviso. La causa, depositata presso un tribunale federale del Maryland, coinvolge oltre venti agenzie governative accusate di aver violato gravemente le norme che regolano la riduzione del personale (RIF, Reduction in Force).

Secondo l’accusa, l’amministrazione Trump avrebbe illegalmente disposto il licenziamento in massa di lavoratori in prova, ovvero dipendenti con meno di un anno di servizio, senza rispettare le procedure previste dalla legge, in particolare l’obbligo di dare preventiva comunicazione di tali decisioni con congruo anticipo sia agli impiegati interessati sia agli Stati coinvolti.

“I licenziamenti di massa ordinati dall’Ufficio per volere della nuova amministrazione sono palesemente illegittimi”, ha dichiarato il Procuratore Generale della California, Rob Bonta, aggiungendo che “tali azioni mettono in seria difficoltà gli Stati, che ora devono affrontare l’improvvisa richiesta di assistenza da parte di migliaia di lavoratori rimasti senza impiego e senza preavviso”.

Nel dettaglio, la denuncia fa riferimento a decine di migliaia di lavoratori che dal 20 gennaio, giorno in cui Trump ha iniziato ufficialmente il suo nuovo mandato presidenziale, sono stati licenziati in massa, specialmente negli ultimi giorni, creando non soltanto gravi disagi sociali ma anche sovraccaricando i servizi statali di supporto.

“Questi lavoratori erano stati assunti per svolgere incarichi cruciali”, si legge nel documento giudiziario, “e il loro improvviso allontanamento rappresenta un danno concreto per le comunità locali e per le amministrazioni pubbliche degli Stati, costrette ora a intervenire con fondi propri per sostenerli attraverso programmi sociali e assistenziali”.

La coalizione di Stati coinvolta chiede ora alla magistratura di bloccare immediatamente ulteriori licenziamenti di personale federale in periodo di prova e di ordinare il reintegro immediato di tutti coloro che hanno perso il lavoro a seguito delle recenti decisioni della Casa Bianca.

La tensione legale e politica è già molto alta, anche perché l’amministrazione Trump non sembra intenzionata a fare marcia indietro, difendendo la sua scelta con motivazioni economiche e amministrative, mentre in California, New York e altri Stati colpiti cresce l’indignazione pubblica.

Tag

Partecipa alla discussione