Rivolta contro i dazi di Trump. Allarme rosso super inflazione

“Questi dazi sconsiderati prendono una mazza dove è necessario un bisturi, e il popolo americano ne pagherà il prezzo”. In forte ribasso la borsa di Tokyo. Il dollaro schizza ai massimi sullo yuan cinese. Il contraccolpo non solo in America. La "stupida" guerra commerciale trumpiana (definizione del WSJ) tramite misure commerciali aggressive nei confronti degli alleati statunitensi, danneggerà tutti i consumatori e metterà in crisi le catene di approvvigionamento.

Donald Trump ha scatenato una reazione negativa da parte di gruppi imprenditoriali e di alcuni esponenti del Partito Repubblicano dopo aver dato il via a una guerra commerciale con l’imposizione di pesanti dazi su tre dei principali partner commerciali degli Stati Uniti. Le nuove misure tariffarie prevedono un’imposta del 10% sulle importazioni dalla Cina, del 25% su tutte le importazioni dal Messico e dal Canada e un’aliquota ridotta del 10% per le importazioni di energia canadese.

Il trumpmuskismo ci prova anche in Europa. Musk lancia MEGA

I mercati azionari asiatici sono crollati e il valore del dollaro è salito quando i dazi di Donald Trump su Canada, Messico e Cina hanno scatenato i timori di una guerra commerciale globale.

Tokyo in ribasso. Timori dazi USA e impatto su commercio globale

Il biglietto verde ha raggiunto il valore più alto di sempre rispetto allo yuan cinese nelle contrattazioni offshore, mentre è salito anche rispetto al dollaro canadese e al peso messicano. Tutti e tre i Paesi hanno giurato di reagire. Trump ha ammesso che gli americani potrebbero sentire “un po’ di dolore”. Ha anche promesso di imporre tariffe all’Unione Europea.

Borsa: Profondo rosso per Tokyo, in forte ribasso -2,64% alle 07:20

Le associazioni di categoria del settore dei beni di consumo, dell’industria petrolifera, dell’industria alimentare e automobilistica hanno subito avvertito che questi dazi avrebbero fatto aumentare i prezzi per gli americani e causato disagi nelle catene di approvvigionamento. John Murphy, vicepresidente senior della Camera di Commercio degli Stati Uniti, ha criticato la decisione, sostenendo che i dazi non risolveranno i problemi dell’immigrazione o del traffico di fentanyl, ma aumenteranno i costi per le famiglie americane. Allo stesso modo, le aziende di beni di consumo e le case automobilistiche hanno sottolineato che i prezzi dei prodotti alimentari e dei veicoli aumenteranno sensibilmente.

Trump, guerra dei dazi al via: presto anche contro l’Ue

Tom Madrecki della Consumer Brands Association ha evidenziato che tassare beni importati dal Messico e dal Canada, specialmente quelli non disponibili negli Stati Uniti, potrebbe provocare un aumento dei prezzi e ritorsioni contro le esportazioni americane. L’economista Kim Clausing del Peterson Institute ha definito questi dazi il più grande aumento fiscale dagli anni ’90, avvertendo che l’impatto sull’economia americana sarà significativo, in particolare a causa della brusca interruzione del libero scambio nordamericano.

Sabato, con l’entrata in vigore dei dazi, Trump ha portato il nazionalismo economico in cima alla sua agenda. La risposta del Canada non si è fatta attendere: il Primo Ministro Justin Trudeau ha annunciato una tariffa del 25% su 155 miliardi di dollari canadesi (107 miliardi di dollari statunitensi) di merci importate dagli Stati Uniti, colpendo una vasta gamma di prodotti, tra cui alimenti, elettrodomestici, pneumatici, legname, carta e abbigliamento. Il ministro delle Finanze Dominic LeBlanc ha spiegato che i primi 30 miliardi di dollari di dazi riguarderanno prevalentemente beni di consumo per i quali esistono alternative canadesi.

Anche il Messico ha reagito con misure simili. Il Presidente Claudia Sheinbaum ha dichiarato di aspettare una risposta da Trump alla sua proposta di un tavolo di lavoro sulla sicurezza, annunciando che lunedì avrebbe presentato le prime contromisure.

Trump, nel frattempo, ha intensificato gli attacchi contro i partner commerciali americani. Su Truth Social ha denunciato il deficit commerciale con il Canada, sostenendo che gli Stati Uniti “pagano centinaia di miliardi di dollari per sovvenzionare il Canada senza motivo” e ha addirittura suggerito che il Paese dovrebbe diventare il “51º stato” degli USA. Ha inoltre attaccato il Regno Unito e l’Unione Europea, accusandoli di pratiche commerciali scorrette, affermando che l’UE ha attuato una politica commerciale “atroce” nei confronti degli Stati Uniti.

Le nuove misure protezionistiche sono state criticate anche da membri del Partito Repubblicano. Il senatore Tim Scott della Carolina del Sud le ha definite “una tassa imposta agli americani”, mentre il senatore Rand Paul del Kentucky ha ricordato che i dazi sono di fatto imposte, e che i conservatori in passato si erano opposti a qualsiasi nuova tassa. Anche i Democratici hanno criticato la decisione, con Richard Neal, massimo esponente del partito nella commissione della Camera dei Rappresentanti per la politica commerciale, che ha accusato Trump di agire in modo impulsivo e dannoso per l’economia.

Secondo il Peterson Institute, i dazi avranno conseguenze economiche negative per tutti i paesi coinvolti, compresi gli Stati Uniti. Il solo dazio del 25% sulle importazioni da Canada e Messico costerà circa 200 miliardi di dollari all’economia americana durante il mandato di Trump, mentre i dazi su beni cinesi provocheranno una perdita di 55 miliardi di dollari. Inoltre, l’aumento dei prezzi delle importazioni contribuirà a far salire l’inflazione.

Ed Al-Hussainy, analista di Columbia Threadneedle, ha sottolineato il rischio di una stretta sulle condizioni finanziarie, con un impatto negativo sui mercati azionari e obbligazionari. Anche Goldman Sachs ha espresso preoccupazione per le possibili ripercussioni economiche, ma ha ipotizzato che i dazi possano essere temporanei, dato il loro effetto potenzialmente disastroso.

Tag

Partecipa alla discussione