L’idea di imporre un limite agli interessi sulle carte di credito sta guadagnando consenso tra politici di orientamenti opposti negli Stati Uniti. Questa settimana, Alexandria Ocasio-Cortez, esponente progressista del Partito Democratico, e Anna Paulina Luna, deputata vicina a Donald Trump, hanno presentato una proposta di legge per fissare al 10% il tasso massimo applicabile.
Bernie Sanders: Credit-card well past 20% amount to “extortion and loan sharking”
Una misura simile è stata proposta al Senato da Bernie Sanders, storico esponente della sinistra americana, e Josh Hawley, senatore repubblicano conservatore.
Perché il tema è così urgente?
Negli ultimi anni, il costo del credito è aumentato drasticamente a causa della crescita dei tassi d’interesse. Alla fine del 2023, il tasso medio sulle carte di credito negli USA ha raggiunto il 21,5%, rispetto al 14,7% del 2020, secondo i dati della Federal Reserve. Questo ha causato un aumento delle insolvenze e ha reso più difficile per molte famiglie gestire il proprio debito.
Una battaglia politica o una reale possibilità?
Al momento, queste proposte sembrano più un segnale politico che una riforma imminente, soprattutto considerando l’attuale equilibrio del Congresso. Tuttavia, potrebbero mettere pressione su Donald Trump, che in campagna elettorale ha promesso di introdurre un tetto ai tassi delle carte di credito, una misura tradizionalmente sostenuta dalla sinistra. Nel 2019, Sanders e Ocasio-Cortez avevano già proposto un limite del 15% su tutti i tassi d’interesse, con il “Loan Shark Prevention Act”.
Two Senators: Cap Credit-Card Rates at 10%. Banks: That Would Cut Credit Access
Il tema tocca direttamente milioni di cittadini americani: circa la metà degli utenti di carte di credito ha debiti che si accumulano mese dopo mese, e il 13% riesce a pagare solo il minimo dovuto, secondo il Consumer Financial Protection Bureau.
Quanto basso è troppo basso?
Le banche e le società di carte di credito hanno aumentato i loro margini di profitto in modo significativo con la crescita dei tassi d’interesse. Secondo alcuni esperti, potrebbero continuare a operare in modo redditizio anche con un tetto ai tassi, pur subendo una riduzione dei guadagni.
Tuttavia, molti economisti avvertono che fissare un limite potrebbe rendere più difficile l’accesso al credito per le persone con un punteggio creditizio più basso. In questo scenario, chi ha bisogno di denaro per emergenze potrebbe essere costretto a ricorrere a soluzioni di prestito ancora più costose, come prestiti a breve termine o finanziamenti “compra ora, paga dopo”.
Il dibattito resta aperto: un tetto del 10% è troppo restrittivo? Un limite del 25% o del 35% sarebbe più equilibrato? La sfida è trovare un punto di equilibrio tra protezione dei consumatori e accesso al credito.