Trump, i giudici bloccano uno a uno tutti i suoi ‘ordini esecutivi’

I tribunali federali si stanno rivelando la vera opposizione al potere autoritario di Donald Trump, che fin dall’inizio del suo nuovo mandato ha cercato di riscrivere le regole del gioco con una serie di ordini esecutivi ultra aggressivi. Effetto boomerang in arrivo.

I tribunali federali si stanno rivelando la vera opposizione al potere autoritario di Donald Trump, che fin dall’inizio del suo nuovo mandato ha cercato di riscrivere le regole del gioco con una serie di ordini esecutivi aggressivi. Tuttavia, la sua agenda si sta scontrando con un muro giudiziario: finora, le corti hanno bloccato praticamente ogni suo tentativo di ridisegnare il governo e le politiche federali, con l’unica eccezione del caso relativo al programma “parole” per migranti.

Le sconfitte legali di Trump si accumulano rapidamente. Un’ingiunzione preliminare ha fermato il suo piano di limitare la cittadinanza per nascita. Giudici federali hanno imposto restrizioni sulla sospensione dei finanziamenti governativi e hanno impedito la pubblicazione dei nomi degli agenti FBI coinvolti nelle indagini sui rivoltosi del 6 gennaio 2021. Inoltre, il presidente ha visto congelare il suo piano di mettere in aspettativa l’intero personale dell’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale (USAID) e ha subito uno stop al suo progetto di liquidazione su larga scala dei dipendenti pubblici.

People protest outside the federal courthouse in Pittsburgh on Wednesday, Feb. 5, 2025. (AP Photo/Gene Puskar)

I giudici non si sono limitati a bloccare le mosse dell’amministrazione, ma hanno espresso critiche durissime. Il giudice John C. Coughenour ha dichiarato che per Trump “lo stato di diritto è solo un ostacolo da aggirare o ignorare per interessi politici o personali”. Un altro magistrato ha parlato di un tentativo di “scavalcare il Congresso”, evidenziando la volontà dell’amministrazione di bypassare i normali processi democratici.

Le battaglie legali si stanno moltiplicando e molte delle cause sono state depositate in corti considerate favorevoli ai Democratici, con giudici nominati da Obama, Biden o Clinton. Questo spiega perché, almeno in questa fase iniziale, le sentenze siano quasi tutte contrarie a Trump. Ad esempio, il giudice Kenneth J. Gonzales (nominato da Obama) ha recentemente bloccato il trasferimento di tre migranti venezuelani nella base navale di Guantanamo. Anche altre sentenze sono state motivate come misure provvisorie, ma servono chiaramente a rallentare l’agenda trumpiana e a dare tempo ai tribunali di esaminare i casi in profondità.

La frustrazione tra i Repubblicani è evidente. Il deputato Darrell Issa ha annunciato una proposta di legge per contrastare i “giudici ribelli”, mentre Elon Musk, ora a capo del Dipartimento per l’Efficienza Governativa, ha attaccato il giudice Paul Engelmayer (nominato da Obama), che ha impedito al suo team di accedere ai dati sui pagamenti federali. “Va rimosso subito!”, ha tuonato Musk sui social.

Questa battaglia legale riflette una questione più profonda: Trump sta applicando una versione estrema della teoria dell’“esecutivo unitario”, che gli conferirebbe un’autorità pressoché assoluta sul governo federale. Tuttavia, i tribunali stanno ponendo limiti chiari al suo potere, e gli esperti legali prevedono che questa tendenza continuerà, con molte delle sue politiche destinate a essere smontate pezzo dopo pezzo nelle aule di tribunale.

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