Europa alla resa dei conti: il vertice dell’ultima ora per salvare l’Ucraina e sfidare Trump

I leader UE si preparano a un summit ad alta tensione, mentre le fazioni filo-Putin minacciano di sabotare l’ultima chance per ribaltare il gioco di Donald e ridare slancio al sostegno all’Ucraina.

L’Unione Europea si trova di fronte a una crisi esistenziale che potrebbe superare tutte le precedenti. Con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, l’intero assetto di sicurezza post-1945, basato sulla protezione degli Stati Uniti, rischia di crollare da un momento all’altro.

I leader europei, riuniti in un summit straordinario a Bruxelles, sanno di dover trasformare in azioni concrete i proclami su sovranità e difesa, ma la paura è che la situazione possa precipitare. Il peggiore incubo? Che Washington chiuda un accordo con Mosca, accettando le richieste di Putin e imponendolo all’Europa e all’Ucraina come un fatto compiuto.

Oltre alle mosse di Trump, i diplomatici temono anche i governi filo-russi interni all’UE, guidati da Viktor Orbán, che potrebbero sabotare qualsiasi tentativo di risposta compatta. Il vertice affronterà una serie di questioni cruciali: dal rafforzamento delle forze armate nazionali al sostegno all’Ucraina, fino a nuove sanzioni contro il regime di Putin. Ma le divisioni interne rischiano di mandare tutto in frantumi.

In questo contesto di caos, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha lanciato l’allarme: “L’Europa affronta un pericolo imminente come mai prima d’ora. Il futuro di un’Ucraina libera e sovrana, e di un’Europa sicura e prospera, è in gioco”.

Dopo settimane di tentativi di Macron e Starmer di ammorbidire Trump, la situazione è precipitata. L’incontro disastroso tra il presidente americano e Zelensky e la decisione di Trump di bloccare gli aiuti militari a Kiev hanno confermato il peggio.

L’UE, pur non avendo mai avuto un ruolo diretto nel finanziamento militare, ora valuta misure straordinarie. Tra queste, un ambizioso piano di von der Leyen per sbloccare 800 miliardi di euro in spese per la difesa nei prossimi anni, incluso un prestito comune di 150 miliardi per finanziare sistemi di difesa aerea, artiglieria, missili e droni.

La consapevolezza è chiara: l’Europa deve pagare il prezzo della propria sicurezza. Come ha detto un diplomatico europeo: “Abbiamo spento il sole e ora dobbiamo pagare il riscaldamento ogni giorno… almeno fino a quando Trump non sarà morto”.

Fonte: Politico

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